Voce del Verbo Ri-COMINCIARE
Cara Anna,
Mi è molto dispiaciuto constatare la Sua assenza alla scorsa diretta.
Purtroppo mi è impossibile riuscire a incrociare giorni e orari in modo da accontentare le esigenze di tutti. ma in questa mia per Lei ripercorrerò i punti più importanti e ciò mi aiuterà a tenere traccia degli incontri e far sì che nessuno si senta lasciato indietro.
Perché ‘Voce del verbo Ri-cominciare’? Perché ricominciare è un verbo evocativo. Pregno di senso e di significati. Ricorda l’inizio della scuola, così carico di aspettative, sogni, desideri anche molto lontani dal mondo scolastico… ma pur sempre intrisi di quel desiderio di ripartire in modo nuovo che quando riusciamo a mantenere vivo sposta l’ombra della depressione e della mancanza di senso. Non credo di averlo mai detto negli incontri che ho tenuto sino ad ora, ma conosco una bambina che ha inventato un gioco meraviglioso, o che a me pare tale ogni volta che ci penso o lo racconto: il gioco della vita nuova. Consiste in questo: ricominciare ogni giorno da capo una vita nuova, che cancella i problemi, le brutture, gli errori di ieri e scioglie tutti i nodi. Se dovessi usare un’immagine ricorrerei a quella di una scrittrice che ogni giorno scrive la prima pagina della sua storia di vita. È un gioco molto più concreto di quanto non sembri, difficile da descrivere, e non così usuale per una bambina: si intravvede una buona base di tormento, cosi come una forte impronta del pensiero magico tipica dei piccini, e un grande desiderio di controllo e onnipotenza. Tuttavia continuo a pensare che sia di fondo un gioco meraviglioso che le permette di salvarsi oggi e le permetterà di salvarsi in futuro se saprà mantenerlo vivo, con gli opportuni aggiustamenti che ‘da grandi’ è necessario fare. Sostanzialmente la mia diretta è stata il tentativo di condividere il significato profondo di questo gioco magico con i partecipanti, e questa mia lettera insiste sulla stessa falsariga.
Che bello sarebbe e quanto farebbe la differenza se ogni giorno cominciassimo una vita nuova. Invece questo accade raramente. Quando ricominciamo, il più delle volte non cominciamo proprio nulla di nuovo, ma ci limitiamo a ripetere copioni già fatti, routines che hanno smarrito il loro senso, storie di vita vissuta, ferite già subite e già inferte, perché per quanto insano ciò che conosciamo ci rassicura. Quel RI, che dovrebbe portarci a onorare il nostro passato, ad esserne grati e a celebrarlo, perché ha contribuito a farci diventare chi siamo oggi, lo abbiamo utilizzato come sillaba iniziale di una mera RIpetizione di qualcosa di sempre uguale a se stesso, che ci rassicura, ma che ci spegne. Il verbo cominciare deriva dal latino inire, ovvero entrare dentro le cose, ma noi tutti spesso ci limitiamo ad affacciarci per non investire troppo e tenere ben a distanza le responsabilità, finendo di lì a poco col chiudere bruscamente la finestra dalla quale ci eravamo poc’anzi sporti.
Io Le auguro davvero di ricominciare ogni giorno, di scegliere consapevolmente in quale dentro avventurarsi ma di farlo con con il cuore e con la mente aperti, con quel tanto di coraggio che serve necessariamente per dare inizio a qualunque cosa abiti il Suo cuore, e con quella dedizione e quell’impegno che ci fanno sporcare le mani rendendo sopportabile e sostenibile la fatica del buon lavoro.
Ho deciso di chiamare ‘Voglia di bene’ il blog al quale questa lettera dà l’avvio.
È un omaggio a Scott Peck, autore del libro omonimo (in realtà è il blog che è omonimo del libro!), alla lettura del quale, fatta in adolescenza, devo molto, moltissimo, forse la scoperta di ciò per cui sentivo di essere chiamata e che oggi ho trasformato nel mio lavoro, e soprattutto l’incontro con qualcuno che parlava la mia stessa lingua e nel quale mi sono riconosciuta e ritrovata. Ho sempre pensato che queste tre parole fossero il modo migliore per dire di me, per dire chi sono.
L’ho recentemente ripreso in mano e nei primi capitoli ho ritrovato una perla che condivido ora con Lei perché possa guidarLa nelle Sue scelte.
“La vita è difficile.
Questa è una grande verità, forse la più grande. […] La vita ci pone una serie infinita di problemi. […] Per risolvere questi innumerevoli problemi abbiamo comunque a disposizione alcuni validi strumenti che nel loro insieme vanno sotto il nome di disciplina” (S. Peck, 1978).
Ma la disciplina buona, quella necessaria per continuare quanto si è cominciato o ricominciato, se da un lato è facilitata dall’aver avuto validi esempi nella propria vita, spiega l’autore, dall’altro lato ha a che fare con la consapevolezza del proprio valore, che può certamente passare dall’esempio delle persone che hanno abitato la nostra infanzia, ma per la quale l’esempio non basta: serve l’amore. Una sana disciplina affonda le sue radici nell’amore per noi stessi e se abbiamo avuto la fortuna di essere stati amati sarà più semplice mantenerla, mentre una disciplina che non affonde le sue radici nell’amore è destinata a durare poco e a odorare di sforzo fine a se stesso, che non è mai un buon odore.
Le auguro dunque di ricominciare da Lei e dal Suo cuore, di scegliere con coraggio, con azioni che partano dall’anima, cosa tenere e cosa lasciar andare e di fare, comunque e sempre, vita nuova.
A presto!
Maria Grazia
Note personali
Mi chiamo Maria Grazia Calabrò.
Sono psicologa, psicoterapeuta e specialista in psicologia clinica.
Prima di diventarlo ho conseguito una laurea in Scienze della Comunicazione (ind. Comunicazioni di massa): comunicare è tutt’ora una mia grande passione. Anche una necessità.
Lavoro a Torino e online, con adulti, anziani, coppie e adolescenti.
Mi occupo di supervisione organizzativa e clinica a gruppi e singoli, e di formazione.
Tutelo in massimo grado la privacy di tutti, anche la mia, dunque non troverete mai nessun riferimento, neanche indiretto o implicito, ai miei/alle mie pazienti, e a tutte le situazioni che seguo in supervisione. Di conseguenza i testi che scrivo possono contenere riferimenti a fatti o persone frutto di fantasia, mentre saranno sempre vere e reali le riflessioni psicologiche e introspettive che da essi scaturiscono, in quanto ‘mie’.
Riferimenti bibliografici:
Scott Peck M., VOGLIA DI BENE, Edizioni Frassinelli (1978)
Contatti:
Maria Grazia Calabrò
Via san Secondo 7 bis
10128 Torino
Cell. 3385296452
E-mail mgcalabro@hotmail.com
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Data pubblicazione: 24 ottobre 2021
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